TORINODANZA 2019
Quest’anno l’apertura del Festival TorinoDanza, edizione 2019, è stata affidata al coreografo belga Sidi Larbi Cherkaoui, che ha offerto per la prima serata la 250° replica dell’acclamato spettacolo. Andò in scena la prima volta al Sadler’s Wells di Londra nel 2008. Inserito in MitoSettembreMusica, si intitola Sutra ed è danzato con il gruppo dei monaci cinesi Shaolin e -occasione rara, ma l’anniversario era importante- con lo stesso coreografo nei panni del visitatore occidentale. Sutra, in sanscrito filo, è il suo viaggio nel mondo Shaolin dove le pratiche kung fu e tao chi unite alla meditazione buddista portano il gesto a una particolare elaborazione della forza mai fine a se stessa. L’occidentale curioso che vuole costruire legami con il mondo orientale è lo stesso tenero Sidi catapultato in un panorama ligneo dove 16 casseforme, multipli di Antony Gormley che firma anche le luci, ricreano uno spazio sempre diverso, sempre vibrante, ma poco aperto al visitatore. Questo è il mondo Shaolin dove una ventina di guerrieri e due adepti di soli 8 anni raccontano la loro giornata fatta di allenamenti e tanta meditazione comune. Tengono, forse per una naturale gentilezza, un capo del Sutra, e al loro tradizionale corto kimono sovrappongono anche una giacca occidentale, ma è una breve frazione, il nostro mondo sembra interessar molto meno che al nostro viaggiatore il loro, ma noi siamo degli inguaribili curiosi. Differente è l’unione con l’universo irlandese nel successivo appuntamento, un lavoro a quattro mani sempre di Sidi Larbi Cherkaoui con Colin Dunne, presentato il 19 e 20 settembre al Teatro Carignano. Si intitola Session e appartiene come il precedente al suo vagare coreografico da una cultura all’altra. Altro importante appuntamento sarà con il coreografo Akram Khan e il suo Xenos, lavoro commissionato dagli inglesi per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale. Andrà in scena con musica dal vivo il 25 e 26 settembre alle Fonderie Limone di Moncalieri. Sullo stesso palcoscenico della Sala Grande arriva dal Belgio, per la prima volta a Torino, Lisbeth Gruwez il 9 e il 10 ottobre. Lo spettacolo The sea Within, si compone di due brani, il primo corale interpretato dal suo gruppo tutto al femminile e si chiude con il suo assolo. La rassegna articolata con molti altri spettacoli presentati anche da autori italiani (ai quali rimandiamo al sito) si chiude il 26 e 27 ottobre sempre a Moncalieri con Kamuyot, un brano firmato dal coreografo Ohad Naharin per i giovani della compagnia Batsheva. Aurora Marsotto Lascia un commento |
![]() Una civiltà nasce nel punto in cui una grande anima si desta dallo stato della psichicità primordiale di una umanità eternamente giovane e si distacca, forma dall’informe, realtà limitata e peritura di fronte allo sconfinato e al perenne. Essa fiorisce sul suolo di un paesaggio esattamente delimitabile, al quale resta radicata come una pianta. Una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità sotto specie di popoli, lingue, forme di fede, arti Stati, scienze; essa allora si riconfondecon l’elemento animico primordiale. Ma finché essa vive, la sua esistenza nella successione delle grandi epoche, che contrassegnano con tratti decisi la sua progressiva realizzazione, è una lotta intima e appassionata per l’affermazione dell’idea contro le potenze del caos all’esterno, così come contro l’inconscio all’interno, ove tali potenze si ritirano irate. Oswald Spengler, da “Il Tramonto dell’Occidente”, traduzione italiana edita da Guanda nel 1991 ![]()
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