SCALA ACADEMY 2
Una ventina di nuove stelline stanno per affacciarsi al palcoscenico. L’Accademia del Teatro alla Scala sezione Danza li ha diplomati. Un trenta e lode in classico e trenta in contemporaneo se l’è aggiudicato Linda Giubelli, una ragazzina morbida, puntuale e sicura, capace di destreggiarsi sulle punte e a piedi nudi. Pronta per entrare nel Corpo di Ballo scaligero? Tutti i ragazzi vi hanno fatto l’audizione, ma non solo a Milano. Da anni Mosca, San Francisco, Los Angeles, Dresda, Vienna attingono alla scuola scaligera. Bella come sempre la giornata dei diplomi divisa al mattino con le lezione dell’ultimo corso e il pomeriggio con il “Gala”. Un vero e proprio spettacolo di brani dai più celebri balletti che attende il trasferimento dall’aula grande della scuola al palcoscenico della Scala. Sì perché quella sarebbe la giusta collocazione di una giornata di festa aperta al pubblico milanese. Con Linda Giubelli hanno danzato tra le altre, una sempre sorridente Giordana Granata, dolcissima la sua Giselle, la brava Sena Mothoyoshi, che ha ricevuto un bel trenta in classico, Federica Azzone sicura come Kitry e nell’arduo Forsythe e Carlotta di Monte, magnetica in Raymonda. Con loro tra gli altri i ragazzi Samuele Gamba, Sebastiano Marino, Alessandro Paolone, con Giacomo De Luca anche coreografo di se stesso. Lascia un commento |
![]() Una civiltà nasce nel punto in cui una grande anima si desta dallo stato della psichicità primordiale di una umanità eternamente giovane e si distacca, forma dall’informe, realtà limitata e peritura di fronte allo sconfinato e al perenne. Essa fiorisce sul suolo di un paesaggio esattamente delimitabile, al quale resta radicata come una pianta. Una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità sotto specie di popoli, lingue, forme di fede, arti Stati, scienze; essa allora si riconfondecon l’elemento animico primordiale. Ma finché essa vive, la sua esistenza nella successione delle grandi epoche, che contrassegnano con tratti decisi la sua progressiva realizzazione, è una lotta intima e appassionata per l’affermazione dell’idea contro le potenze del caos all’esterno, così come contro l’inconscio all’interno, ove tali potenze si ritirano irate. Oswald Spengler, da “Il Tramonto dell’Occidente”, traduzione italiana edita da Guanda nel 1991 ![]()
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