ACADEMY 1
Programma interessante e ben eseguito quello presentato dal Coro Voci Bianche del Teatro alla Scala. E’ un ramo come la danza dell’Accademia di Arti e Mestieri del Teatro, dove si preparano gli artisti di domani, in questa compagine che conta quasi un centinaio di allievi, molti partecipano alle opere di stagione. La preparazione è intensa e i risultati sono evidenti, anche nelle parti soliste presentate. Bruno Casoni, il celebre e leggendario direttore sia di questo coro che di quello “grande”, cioè quel potente coro scaligero che ci invidiano tutti i più grandi teatri del mondo, ci ha confidato che l’ultimo incarico che lascerà sarà quello dei ragazzi, perché loro gli danno ogni volta l’emozione più profonda”. In scena quest’anno per la spettacolo conclusivo dell’anno, appuntamento fisso della stagione scaligera, nove brani dedicati alla musica e ai canti creati per la danza in tutto il mondo. Sono avvezzi a “cantare la danza” come, posizionati nelle quinte ad esempio, partecipano sempre al balletto Schiaccianoci con il coro “a bocca chiusa” della danza detta “dei fiocchi di neve”. Al loro spettacolo hanno presentato un bell’itinerario musicale che , iniziato alla corte dei Gonzaga con le danze di Giacomo Gastoldi e Domenico da Nola si è poi mosso con Mendelssohn-Bartholdy presentando la bellissima Danza delle Fate dal Sogno di una notte di mezza estate. Il viaggio è proseguito con le musiche americane per danza di Copland e quelle russe, tra le quali la celebre Kalinka. E ancora il celebre Bel Danubio blu, La Paloma e una zamba e finale scoppiettante con La Danza di Giaocchino Rossini, quella difficilissima tarantella da ballare e anche da cantare, che Luciano Pavarotti ci ha lasciato tra le sue esibizioni più amate. Calorosi applausi alla fine offerti da un numerosissimo pubblico anche di ragazzi. Invitati da Max Pisu, il presentatore del Concerto, a partecipare alle prossime selezioni, perchè le voci bianche durano come una meravigliosa alba, il tempo di diventare grandi. E poi ecco la novità di quest’anno, quella di promuovere nelle scuole milanesi il canto corale con la preparazione da parte della Scala di insegnanti qualificati. Il progetto si chiama “La Scala fa scuola. Un Coro in città”. Il programma musicale abbraccia il prossimo anno scolastico di dieci scuole, dove la Scala con i suoi docenti e allievi le affiancherà nel percorso che terminerà con un concerto dei nuovi allievi uniti alle voci bianche scaligere. https://www.youtube.com/watch?v=YgNDYrySE1k Aurora Marsotto Lascia un commento |
![]() Una civiltà nasce nel punto in cui una grande anima si desta dallo stato della psichicità primordiale di una umanità eternamente giovane e si distacca, forma dall’informe, realtà limitata e peritura di fronte allo sconfinato e al perenne. Essa fiorisce sul suolo di un paesaggio esattamente delimitabile, al quale resta radicata come una pianta. Una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità sotto specie di popoli, lingue, forme di fede, arti Stati, scienze; essa allora si riconfondecon l’elemento animico primordiale. Ma finché essa vive, la sua esistenza nella successione delle grandi epoche, che contrassegnano con tratti decisi la sua progressiva realizzazione, è una lotta intima e appassionata per l’affermazione dell’idea contro le potenze del caos all’esterno, così come contro l’inconscio all’interno, ove tali potenze si ritirano irate. Oswald Spengler, da “Il Tramonto dell’Occidente”, traduzione italiana edita da Guanda nel 1991 ![]()
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