LUX, LUXSUS
Ancora pochi giorni per visitare Luxus – Lo stupore della bellezza la mostra itinerario ideata da Stefano Zecchi, con la direzione artistica di Beatrice Mosca, esposta negli appartamenti del Principe a Palazzo Reale a Milano. Chiuderà il prossimo 30 settembre. Il percorso si snoda lungo le numerose stanze dove l’esposizione del lusso si intreccia con la ricerca della bellezza. Si passeggia tra i manufatti più significativi dell’artigianato italiano attraverso i secoli, sino all’oggi. La grande affluenza di pubblico, numerosissimo quello straniero, è la risposta alle molte domande che sull’argomento Stefano Zecchi si fa e fa ai visitatori da un video chiuso in uno spazio che anticipa l’unica installazione contemporanea della mostra. E’ la Stanza della luce che attira lo sguardo del pubblico convogliandolo in una dark room firmata da Federico Sangalli. Nel buio risplendono composizioni luminose della collezione Light My Night, borse e accessori in organza e fibra ottica, create con il tessuto dell’italiana Dreamlux. Su tutti emerge dall’oscurità un abito da gran sera, ideale anche per “illuminare” una sposa e stupire sposo e invitati. Dopotutto la ricerca del lusso, l’affermazione del potere delle classi più alte della società di ogni epoca, non e’ forse l’affermazione di uno status? E la Moda in ogni secolo ne è stato un simbolo. Altri abiti contemporanei, sempre firmati Sangalli, si trovano poi nelle altre stanze, unite anche a costumi e abiti d’epoca della collezione di Palazzo Morando e inseriti in modo affastellato e preziosamente sovrapposto in una cornice teatrale, firmata dal Teatro alla Scala. Passo dopo passo vi troviamo i bei vetri di Venini, le scarpe gioiello di Giuseppe Zanotti, ma anche una preziosa veste da camera di D’Annunzio o i gioielli della Maison Roberto Coin e le porcellane veneziane di Geminiano Cozzi. Il percorso evidenzia come le scelte lussuose nei secoli perdano appeal per il gusto contemporaneo e il lusso come distinzione di classe rappresenti solo la propria epoca. E se la vera ricerca della bellezza travalica il tempo quando è unita alla perfezione stilistica, la sensibilità di oggi la unisce alla semplicità. Ecco perché siamo rimasti affascinati dalla mostra e ancora adesso ci tornano alla mente l’organza luminosa di Sangalli o la foglia d’oro sul risotto allo zafferano di Gualtiero Marchesi che chiude la mostra solleticandoci le papille gustative. Non è forse il lusso anche una questione di gusto “raffinato”? Lascia un commento |
![]() Una civiltà nasce nel punto in cui una grande anima si desta dallo stato della psichicità primordiale di una umanità eternamente giovane e si distacca, forma dall’informe, realtà limitata e peritura di fronte allo sconfinato e al perenne. Essa fiorisce sul suolo di un paesaggio esattamente delimitabile, al quale resta radicata come una pianta. Una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità sotto specie di popoli, lingue, forme di fede, arti Stati, scienze; essa allora si riconfondecon l’elemento animico primordiale. Ma finché essa vive, la sua esistenza nella successione delle grandi epoche, che contrassegnano con tratti decisi la sua progressiva realizzazione, è una lotta intima e appassionata per l’affermazione dell’idea contro le potenze del caos all’esterno, così come contro l’inconscio all’interno, ove tali potenze si ritirano irate. Oswald Spengler, da “Il Tramonto dell’Occidente”, traduzione italiana edita da Guanda nel 1991 ![]()
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