WINE NOT!?
Il vino è festa, allegria, convivialità ed aggregazione tant’è che da qualche anno è nato anche il movimento nazionale Donne del Vino. La Toscana è rappresentata dalla presidente regionale dottoressa Antonella D’Isanto, a sua volta proprietaria della rinomata azienda vitivinicola I Balzini. Ed è così che Antonella ha organizzato una serata tutta da vivere! Se sarete a Firenze il prossimo 5 marzo l’appuntamento si preannuncia imperdibile: “Vino Donne e Canto”, una serata dedicata ai vini in cui la Sommelier Marta Da Ponte a Quarto, dirà come si serve il vino in tavola, l’ordine di successione, la temperatura ottimale, i tipi di calice e i principi base di abbinamento con il cibo. Il tutto intercalato dall’esibizione dal vivo di brindisi famosi appartenenti ad opere liriche quali “Mamma quel vino è generoso” tratto da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni o il Brindisi dal Macbeth di Giuseppe Verdi. Superfluo dire che ciascuna delle cinque arie operistiche in programma avrà un vino de I Balzini in abbinamento. A seguire, uno sfizioso apericena con degustazione non soltanto dei vini ma anche delle prelibatezze preparate dallo Chef Pietro Vattiano. Dove? Presso lo Chalet Fontana, uno dei ristoranti di punta del capoluogo toscano, in cui l’estro culinario di Pietro prende abitualmente forma. Viene richiesto un contributo di Euro 30 a persona di cui una parte sarà devoluta, insieme al ricavato di una lotteria di beneficienza, ad un’associazione che si occupa di bambini affetti da patologie rare: la Onlus Voa Voa-amici di Sofia. Appuntamento allora con “Vino Donne e Canto” il 5 marzo 2016 a Firenze per una serata all’insegna di bontà gustative e nobiltà d’animo. Lascia un commento |
![]() Una civiltà nasce nel punto in cui una grande anima si desta dallo stato della psichicità primordiale di una umanità eternamente giovane e si distacca, forma dall’informe, realtà limitata e peritura di fronte allo sconfinato e al perenne. Essa fiorisce sul suolo di un paesaggio esattamente delimitabile, al quale resta radicata come una pianta. Una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità sotto specie di popoli, lingue, forme di fede, arti Stati, scienze; essa allora si riconfondecon l’elemento animico primordiale. Ma finché essa vive, la sua esistenza nella successione delle grandi epoche, che contrassegnano con tratti decisi la sua progressiva realizzazione, è una lotta intima e appassionata per l’affermazione dell’idea contro le potenze del caos all’esterno, così come contro l’inconscio all’interno, ove tali potenze si ritirano irate. Oswald Spengler, da “Il Tramonto dell’Occidente”, traduzione italiana edita da Guanda nel 1991 ![]()
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