VERSO EXPO 2015
L’assocazione Grandi Giardini Italiani ha fatto 100, grazie anche all’appuntamento primaverile di Expo 2015. Grandi Giardini Italiani è una rete fondata da Judith Wade nel 1997 spinta a valorizzare i nostri più bei giardini all’italiana e a mettere in contatto tra loro, enti e proprietari privati, e a coordinare l‘Hortical Tourisme. E’ questo un settore in grande crescita grazie all’interesse culturale che il nostro patrimonio ha presso il pubblico straniero ma anche presso i nostri stessi concittadini. I numeri sono alti, nel 2014 l‘Hortical Tourisme ha registrato 8 milioni di visitatori per 122 giardini di 12 nostre regioni, coordinati da questa rete. Balza subito all’occhio come il turismo culturale unito a una buona organizzazione, sia ancora una volta la nostra migliore industria, purtroppo poco considerata da chi dovrebbe incoraggiarla con sostegni mirati. Come sostenere e offrire al meglio al pubblico la nostra offerta artistica – che non ha pari nel mondo – con personale esperto. Eccellenze che le nostre università hanno coltivato con cura e preparazione, ma che troppo spesso vengono escluse in favore di personale non preparato ma economicamente più accattivante. Eppure il pubblico soprattutto straniero giunge in Italia con una buona preparazione e meriterebbe un’accoglienza più competente. Bene dunque ha fatto l’associazione Grandi Giardini Italiani a raccogliere le sue proposte in una ben fatta guida-libro (Grandi Giardini Italiani, 100 giardini per Expo 2015, pp.256, € 14,00). Il suo sito www.grandigiardini.it è anche riferimento per tutta l’attività di coordinamento di questi giardini, ai quali ultimamente si sono uniti anche quelli Vaticani di Roma e di Castel Gandolfo insieme ad altre new entry come il Labirinto Monumentale creato da Franco Maria Ricci e dalla moglie Laura Casalis. E ancora l’unione a quelli svizzeri del Canton Ticino per ampliare, già da Expo 2015, una visita nel giù grande e più bel giardino d’Europa. Lascia un commento |
![]() Una civiltà nasce nel punto in cui una grande anima si desta dallo stato della psichicità primordiale di una umanità eternamente giovane e si distacca, forma dall’informe, realtà limitata e peritura di fronte allo sconfinato e al perenne. Essa fiorisce sul suolo di un paesaggio esattamente delimitabile, al quale resta radicata come una pianta. Una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità sotto specie di popoli, lingue, forme di fede, arti Stati, scienze; essa allora si riconfondecon l’elemento animico primordiale. Ma finché essa vive, la sua esistenza nella successione delle grandi epoche, che contrassegnano con tratti decisi la sua progressiva realizzazione, è una lotta intima e appassionata per l’affermazione dell’idea contro le potenze del caos all’esterno, così come contro l’inconscio all’interno, ove tali potenze si ritirano irate. Oswald Spengler, da “Il Tramonto dell’Occidente”, traduzione italiana edita da Guanda nel 1991 ![]()
![]() Amisano Anna Razzi Armando Torno Arte Aurora Marsotto BALLETTO Bejart Bolle Brescia Carla Fracci Casta Corriere della Sera Crisi Cultura Danza Editoria Einaudi Fotografia Genova Gerardo Mastrullo Giselle Giuseppe Verdi Governo il Sole 24 Ore Lago dei Cigni libri Londra Mario Monti Milano Mostre Musica Nicoletta Manni Parigi Pittura Qui Libri Riccardo Muti Roberto Bolle Roland Petit Roma Rudolf Nureyev Tasse Teatro TEATRO ALLA SCALA Teatro alla Scala di Milano Teatro Strehler WP Cumulus Flash tag cloud by Roy Tanck requires Flash Player 9 or better. |